• Udine

Carlo Antonio Venier

Abbiamo puntato sul privato.

Villa Chazil, Nespoledo

In un mondo come quello dei microbirrifici artigianali dove la passione è alla base di quasi tutte le decisioni aziendali, Carlo Antonio Venier è un’eccezione. Laurea in chimica, poi non usata, essendo entrato nel settore commerciale di Luxottica a Londra. A 40 anni la decisione di mettersi in proprio. La scelta di aprire il birrificio agricolo a Nespoledo è dettata da un’idea imprenditoriale: “La resa economica del seminativo dell’azienda agricola di famiglia era drammatica. Si trattava, pertanto, di decidere se investire in un vigneto con annessa cantina o nel birrificio. Ho optato, nel 2014, per quest’ultimo, anche perché la legge parificava la produzione di birra prodotta a partire da materie prime aziendali a prodotto agricolo, per cui il progetto si prestava ad essere sviluppato sull’azienda agricola esistente, oltre ad essere conveniente sotto il profilo fiscale. Con il birrificio Gjulia siamo partiti assieme e i primi in regione a proporre birra agricola. Oggi noi abbiamo 5 ettari di orzo distico in rotazione con soia o mais oltre a 486 piante di luppolo. Il nostro orzo lo portiamo a maltare a Vienna, mentre i malti speciali li troviamo da Mr. Malt. La nostra produzione agricola ci rende autosufficienti, consentendoci di produrre fino a 1000 hl di birra l’anno. Agli inizi ho lavorato molto per le cosiddette beer firm, le aziende che fanno produrre la birra conto terzi, mettono la loro etichetta e la commercializzazione con marchio proprio.
Ora le beer firm sono quasi sparite, essendosi trasformate nella maggior parte dei casi in birrifici in proprio. Altra scelta imprenditoriale sono stati i canali di vendita. Prevalentemente sono quelli del Friuli Venezia Giulia. Evitiamo la grande distribuzione perché è un canale non ancora pronto per promuovere e commercializzare le eccellenze artigianali del territorio. Abbiamo invece investito sul nostro agriturismo che ha una sala degustazione. La birra si può accompagnare con cibi che provengono per la maggior parte da aziende agricole del territorio. Gli hamburger di pezzata rossa, gli arrosticini fatti con carne di maiale allevato al pascolo o di polli ruspanti. La farina da polenta macinata da Persello e altri piatti tradizionali. Per cui abbiamo puntato sul privato. Il grande lavoro lo abbiamo nel week end e nel periodo estivo. Lo stile delle nostre birre parte da una sorta di indagine di mercato molto semplice: qual è la birra che va di più? La Lager, perché facile, leggera, poco alcolica. Nessuna delle nostre birre va solitamente oltre i 5 gradi di alcol. Oggi la Lager conta per il 60% delle vendite. Non ci siamo fatti attrarre dalle birre estreme tipiche di molti microbirrifici che, spinti dalla passione spesso senza una logica imprenditoriale, rincorrono le piccolissime nicchie e così non crescono. La guida tecnica del birrificio è affidata a Giampaolo Tonello, un tecnologo alimentare con grande esperienza e conoscenze tecniche. Nel tempo abbiamo ampliato le tipologie di birre che teniamo in catalogo e ogni 2-3 anni sviluppiamo 1 o 2 nuove ricette che vanno a sostituire le birre con meno appeal.

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