Il progetto Eno-Bee (illustrato nel libro) è assai articolato e merita di essere approfondito. Lasciamo la parola alle autrici del progetto stesso, Maria Grazia Bellis e Anna Brandolin, in “arte” AnnApi:
“Abbiamo creato una collaborazione con la società di professionisti “Chloe”, che hanno una visione meravigliosa della tutela e della gestione dell’ambiente e collaboriamo con il celebre entomologo Paolo Fontana.
Sostanzialmente l’obbiettivo è creare un territorio controllato dal “sistema ape”. Immaginiamo un matrimonio fra enoturismo e apiturismo. Sarebbe meraviglioso poter creare dei percorsi sulle nostre colline fra vigneti e apiari. Metodo semplice per indicare un ambiente in equilibrio. Al momento tutti i nostri aderenti sono riconoscibili grazie a cartellonistiche in prossimità degli alveari. Quest’anno abbiamo proposto la semina di miscugli melliferi con l’obbiettivo di creare l’aiuola più bella. Per promuovere il loro impegno abbiamo pensato ad un contest fotografico.
Bisogna tener conto che nel futuro normativo delle prossime PAC, PSR e PAN verranno inseriti dei nuovi sistemi di valutazione dell’indice di sostenibilità aziendale. Verranno definiti e valutati con degli “Eco-check”. Più semplicemente ci saranno le famose graduatorie che daranno maggiori punteggi alle aziende con determinati requisiti di sostenibilità aziendale fra cui anche le api di proprietà. In regioni come il Veneto, spesso accusate di essere molto inquinanti nella loro gestione ambientale, la telefonata dai piani alti di Bruxelles l’hanno già ricevuta… Pensiamo solo a come si sta muovendo la DOC Prosecco (passeranno per statuto alla lotta integrata con l’SQNP, il cui simbolo guarda caso è l’ape, tutti entro il prossimo anno, 2022) in quanto a livello comunicativo si devono “ripulire” dall’idea di essere degl’inquinatori con la monocoltura Prosecco. Ecco perché “bisogna già essere là” in qualche modo! Dovremmo entrare in quest’ottica della tutela dell’ambiente con una Green Economy dimostrata con i fatti. L’Ape non può mentire!”
Come possiamo aiutare gli insetti utili?
“È importante far seguire alla consapevolezza che è necessario salvaguardare le api con delle concrete azioni quotidiane. Ecco alcuni semplici esempi:
- Lasciare allo stato naturale una parte di giardino, spazio verde, cercando di limitare al minimo gli sfalci, con l’intento di ricreare biodiversità.
- Informarsi ed essere curiosi su ciò che ci circonda, la conoscenza è uno dei requisiti fondamentali che precedono la giusta azione!
- Seminare piante nettarifere e pollinifere.
- Limitare l’uso di sostanze insetticide.
- Proporre ai propri Comuni di aderire a progetti di tutela verso gli insetti pronubi (no trattamenti insetticidi, o incentivare sistemi alternativi come la creazione di aiuole verdi e fiorite.
Inoltre noi abbiamo messo a punto un articolato piano di sviluppo:
- La possibilità di creare “apiari-centraline”: grazie all’utilizzo di nuovi sistemi computerizzati per il monitoraggio denominati Melixa, è possibile avere varie informazioni in tempo reale attraverso sensori di temperatura interna all’arnia, misurazione del peso e conta del numero di voli delle api.
- Utilizzo di reti under basket che, posizionate sotto le arnie, permettono di verificare motivo e conta dell’eventuale moria delle api.
- Possibilità di creazione di una mappatura del territorio semplicemente inserendo le coordinate GPS delle centraline.
- Dalla registrazione dati quali peso arnia, produzione miele, analisi derivati alveare, morie si potrà analizzare la reazione dell’insetto in funzione ai trattamenti in campagna e all’andamento climatico.
- Determinazione delle fonti di compatibilità alla presenza dell’ape: verifiche preventive su essenze botaniche spontanee (es. boschi, terreni coltivati, eventuale presenza dei sovesci nei vigneti distinti in base al diverso potere nettarifero senza utilizzo di essenze aliene); eventuale presenza di fonti d’acqua (sarebbe utile la verifica del presumibile stato d’inquinamento delle stesse).
- Verifiche preventive dei materiali utilizzati nell’arnia (es. analisi cera).
- In base all’area da monitorare, si determinano il numero di centraline di controllo da posizionare.
- Condivisione del “Quaderno di Campagna” fra agricoltore e apicoltore, così da permettere di prevedere ogni operazione all’interno della zona da monitorare.
- Osservazione degli effetti positivi dell’ape sulle colture: come gli effetti di cicatrizzazione dell’acino dell’uva in caso di grandinate improvvise, pre-raccolto o sanitizzazione da attacchi di botrite, miglioramento della produzione dei frutti grazie all’azione di impollinazione in fioritura.
Potenzialità:
- Collaborazione e condivisione dei dati di monitoraggio, come, ad esempio, l’Osservatorio Nazionale del Miele.
- Condivisione dei dati con gli organi di controllo (Corpo della Forestale dello Stato).
- Studio delle relazioni tra il benessere degl’insetti pronubi e l’utilizzo di nuovi principi attivi non appartenenti alla classe degli insetticidi e potenzialmente dannosi quali diserbanti, fungicidi e via discorrendo.
- Determinare un’area realmente sostenibile grazie all’utilizzo del “mezzo” ape.
- Infine: riteniamo inutile sottolineare l’importanza della compatibilità fra ambiente e agricoltura. Doveroso è sottolineare l’intenzione con la quale dobbiamo imparare a rinnovare il nostro modo di fare impresa. Il mercato oggi chiede a gran voce di dimostrare con i fatti con che tipo di agricoltura ‘costruiamo’ il futuro”.